Don Bosco

Vedo il paradiso

“Tu vedi più lontano di me” è il motto di questo anno pastorale, che ci invita a sognare con don Bosco. In questo mese salesiano vogliamo scoprire un po’ più a fondo la figura di don Bosco, di come lui, per Grazia di Dio, fosse capace di vedere oltre, di vedere più lontano.


Vedo il paradiso

3 episodio

Oggi vogliamo vedere come don Bosco abbia avuto modo di conoscere le realtà future, incontrando anime che già vivono in paradiso.

Don Bosco, interrogato su alcune visioni di anime che incontrava, si espresse così: “Riflettendo a queste apparizioni e studiandone il carattere, io mi convinco che non c'entra inganno né illusione, ma che sono realtà. Tutto quello che vedo, é nettamente distinto e conforme allo spirito di Dio. Luigi (Luigi Colle era un giovane che si presentava a don Bosco nei sogni) gode senza dubbio la felicità del paradiso. Riguardo alla frequenza di tali visioni, io ignoro qual sia il fine segreto della divina Provvidenza; vedo in particolare che Luigi viene a istruirmi, insegnandomi tante cose di scienza e di teologia a me interamente sconosciute.”

Un giorno Luigi (in visione) gli aveva presentato una rosa, dicendo: - Vuol conoscere che differenza passa fra il naturale e il soprannaturale? Guardi questa rosa... La veda ora. - Subito la rosa si fece così splendente da raggiungere il fulgore del diamante percosso dal sole. - Adesso guardi questo monte, - tornò poi a dirgli. Ed ecco un monte prima pietroso e tutto a buchi pieni di fango, orribili a vedersi, di lì a poco divenne una magnificenza, e al posto dei fangosi buchi si videro tante pietre preziose.

Un altro giorno a Hyéres Don Bosco, invitato a un gran pranzo, si era visto non più a tavola, ma in una specie di ampio corridoio, dove Luigi, venendogli incontro, gli disse: - Veda che lusso di banchetto e che vivande prelibate! È troppo. Tanta gente muore di fame. Troppe spese! Bisogna combattere queste esorbitanti superfluità della mensa. - In quella i convitati rivolgevano la parola a Don Bosco e credutolo distratto, lo chiamavano: - Don Bosco! Don Bosco!

                Una volta fra Don Bosco e Luigi si era svolto questo curioso dialogo.
                - Caro Luigi, sei felice?
                - Felicissimo.
                - Sei morto o vivo?
                - Sono vivo.
                - Eppure sei morto.,
                - Il mio corpo è sepolto, ma io vivo.
                - Non è il tuo corpo quello che io vedo?
                - Non è il mio corpo.
                - È il tuo spirito?
                - Non è il mio spirito.
                - È la tua anima? Non é la mia anima.
                - Che cosa é dunque ciò che io vedo?
                - È la mia ombra.
                - Ma un'ombra come può parlare?
                - Mercé la permissione di Dio.
                - E la tua anima dov'è?
                - La mia anima é presso Dio, sta in Dio, e lei non la può vedere.
                - E tu in che modo vedi noi?
                - In Dio si vedono tutte le cose; il passato, il presente, l'avvenire vi si vedono come in uno specchio.
                 - Che cosa fai nel cielo?
                - Nel cielo dico sempre: Gloria a Dio! A Dio si rendano grazie. Grazie a Colui che ci ha creati; a Colui che è il padrone della vita e della morte; a Colui dal quale tutto ha cominciamento. Grazie! Lodi! Alleluia, alleluia!
                - E i tuoi genitori? Che cosa mi dici per loro?
                Prego per essi continuamente e così li ricompenso. Li aspetto qui in paradiso.
               
In una successiva apparizione Don Bosco lo interrogò di bel nuovo sull'affare dell'ombra: - Tu dici che io vedo soltanto la tua ombra, perché la tua anima è in Dio. Come può l'ombra avere così apparenza di corpo vivo? - Rispose:
                - Lo vedrà presto; ne avrà una prova.
Don Bosco aspettava questa prova. Qualche tempo dopo, com'egli raccontò, gli comparve nella notte il defunto parroco di Castelnuovo, che passeggiava sotto i portici dell'Oratorio. Sembrava in buona salute e molto contento.
                - Oh signor Prevosto, eccola qui! esclamò egli al vederlo. Come sta?
                - Sono felice, felicissimo. Passeggi con me.
                - Non desidera niente?
                - Nel cielo si ha tutto quello che si desidera. Ma passeggi: discorriamo insieme. Mi riconosce bene?
                - Oh, a meraviglia!
                - Mi guardi attentamente. Non vede che io sono in piena giovinezza e in perfetta letizia?
                - Sì, signor Prevosto, é proprio lei, non ne posso dubitare.

Passeggiato che ebbero alquanto, come un tempo facevano assieme, il parroco gli disse: - Ebbene, ha imparato la lezione? - E detto questo, svanì. Allora Don Bosco comprese che Luigi se l'era intesa con quel prete. Narrato ciò disse ai Colle (genitori di Luigi): - Simili favori sono così straordinari, che atterriscono per la responsabilità che ne ricade su chi ha obbligo di corrispondere a tante grazie.

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