Don Bosco

Origine della Casa Madre

I sogni di don Bosco

Nell’anno bicentenario del sogno dei nove anni di Don Bosco riportiamo ogni mese uno dei suoi “sogni” più famosi. In questa terza puntata presentiamo il sogno l'origine della Casa Madre.


"Mi sembrò di trovarmi in una vasta pianura piena di un gran numero di giovani. Alcuni litigavano, altri bestemmiavano. Qui si rubava, là si offendevano i buoni costumi. Nel cielo si vedeva un nugolo di sassi lanciati da coloro che erano coinvolti nella battaglia. Erano giovani abbandonati dalle loro famiglie e corrotti. Stavo per allontanarmi quando vidi accanto a me una Signora che mi disse: - Avanza tra quei giovani e lavora. Mi avvicinai, ma cosa potevo fare? Non c'era un luogo dove potessi portarli via; volevo fare del bene, cercavo il supporto di persone che stavano lontane e che avrebbero potuto aiutarmi, ma nessuno mi ascoltava né mi dava una mano. Allora la Signora mi indicò un campo: - Ecco il luogo - mi disse. - Ma qui c'è solo un campo - dissi io. Lei rispose: - Mio figlio e gli Apostoli non avevano un posto dove posare la testa. - Iniziai a lavorare in quel campo, predicando, ammonendo e confessando, ma vedevo che gran parte dei miei sforzi erano vani, a meno che non avessimo un luogo recintato con qualche edificio dove poterli raccogliere e prendersi cura di quelli abbandonati dai genitori e respinti dalla società. La Signora mi condusse più a nord e mi mostrò una piccola chiesa con un cortile e molti giovani. Continuai il mio lavoro. Ma poiché quella chiesa divenne troppo piccola, mi rivolsi nuovamente a Lei, e Lei mi mostrò un'altra chiesa più grande con una casa vicina.

Poi conducendomi ancora un po' d'accanto, in un tratto di terreno coltivato, quasi innanzi alla facciata della seconda chiesa, mi soggiunse: - In questo luogo dove i gloriosi Martiri di Torino Avventore ed Ottavio, soffrirono il loro martirio, su queste zolle che furono bagnate e santificate dal loro sangue, io voglio che Dio sia onorato in modo specialissimo. - Così dicendo, avanzava un piede posandolo sul luogo ove avvenne il martirio e me lo indicò con precisione. Io voleva porre qualche segno per rintracciarlo quando altra volta fossi ritornato in quel campo, ma nulla trovai intorno a me; non un paio, non un sasso: tuttavia lo tenni a memoria con precisione. Corrisponde esattamente all'angolo interno della cappella dei SS. Martiri, prima detta di S. Anna al lato del vangelo nella chiesa di Maria Ausiliatrice.  Intanto io mi vidi circondato da un numero immenso e sempre crescente di giovani; ma guardando la Signora, crescevano anche i mezzi ed il locale, e vidi poi una grandissima chiesa precisamente nel luogo dove mi aveva fatto vedere che avvenne il martirio dei santi della legione Tebea con molti edifizii tutto all'intorno e con un bel monumento in mezzo.


Nel frattempo, sempre in sogno, avevo preti e chierici come collaboratori, ma essi mi aiutavano solo per un po' e poi fuggivano. Facevo ogni sforzo per trattenerli, ma alla fine mi lasciavano da solo. Allora mi rivolsi nuovamente alla Signora, che mi disse: - Vuoi sapere come fare in modo che non scappino più? Prendi questo nastro e legaglielo sulla fronte. - Ho preso il nastro bianco dalla sua mano e ho visto che sopra c'era scritta la parola 'Obbedienza'. Ho subito provato a fare quello che mi aveva detto, legando la fronte di alcuni dei miei collaboratori volontari con il nastro, e ho visto subito un grande e meraviglioso effetto. Questo effetto cresceva sempre di più mentre continuavo nella missione che mi era stata affidata, poiché questi collaboratori non pensavano più a andare altrove e rimanevano per aiutarmi. Così è stata fondata la Congregazione."

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