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CRONACHE DALLA SCOGLIERA - Storia di una pietra che imparò l’amicizia - giorno 4...

Cinzia e Orietta. Forse oggi più sole che mai. Ma sanno che c’è un Dio che non abbandona, rifugio sempre sicuro.


CRONACHE DALLA SCOGLIERA

Storia di una pietra che imparò l’amicizia

 

Giorno 43

08 aprile 2020

 

“Cinzia fuggi, fuggi da questo mondo, da questa gente che ti vuole prendere dentro, da tutto ciò che parla di morte. Liberati e corri incontro a quel Dio che un giorno gridò anche dentro di me d'essere risorto, rendendo possibile anche a me di passare dalla morte alla vita. Poi torna dove prima ti volevano "morta", e grida, grida più forte che puoi che lui ha vinto il mondo. Il dolore è un tesoro immenso. Mi dicevi di non sentirlo. Non importa, vai avanti e fatti furba, sfrutta anche questo dolore perché tanti altri che sono morti dentro - abbiano la luce”. 

Mi rimane questo…

No, Cinzia, questo è solo un tassello. Carlo ti ha dato, ci ha dato molto di più di una lettera. E fidati, io credo che lui e Alberto continueranno a dare tanto a noi, ma anche ad altri, magari tra anni. Persone lontane o che ancora devono nascere… Questi giorni sono stati tosti. È stato tutto così grande e inspiegabile… 40 giorni, come una quaresima, come Gesù nel deserto, e adesso sulla croce. 

E nella risurrezione. Dio c’è sempre stato accanto, è vero.

Sì, sempre. E sempre ci sarà. 

Sai, una volta Carlo aveva scritto a Ferdinando queste parole, che adesso trovo vere più che mai: “Vedi Ferdinando, non ti devi preoccupare dei tuoi alti e bassi. La vita è fatta così, dobbiamo accettarla, e questo me lo conferma anche la musica. Le melodie, anche le più belle, non sono forse fatte di toni alti e bassi? L’importante, però, è di riconoscere in ogni cosa Gesù e ringraziarlo, anche se in questo momento stai soffrendo”.

Com’è vero…

Orietta, dici che Carlo e Alberto ora sono insieme?

Sì. E finalmente hanno anche incontrato il loro grande amico. Forse è proprio la loro amicizia in Gesù ad aver reso il loro legame speciale. 

Mi sembra ancora tutto così assurdo… 

Guarda questo mare… è come se loro fossero tra le onde, se si fossero tuffati dalla scogliera, come facciamo in estate. Dev’essere bello. 

Dà serenità. Torniamoci, qui, anche insieme agli altri. Questo posto ci ha tenuto compagnia in questi giorni. Chissà, magari anche questa pietra ha voglia di vederci ancora e sentire le nostre storie. 

 


testi: Anita Marton 

grafiche: sr. Giulia Collodel 

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